….INTANTO NEL FRATTEMPO

 

 

 

 

Il tempo ci permette di pianificare, valutare, realizzare ci si diploma, ci si laurea, si lavora, ci si sposa, ci si ama e ci si ama ancora. Non è quello che ognuno fa con la propria vita, e nella propria vita, a incuriosirmi, a tormentarmi. Del resto, ognuno fa quel che può e quel che riesce a fare. Ci sono troppe variabili in ballo per ipotizzare meriti. Un perenne tentativo, e idee che muoiono o, peggio, restano imbrigliate in quel luogo dove non smettono mai di essere idee e non riescono a essere dimenticate. Un limbo delle storie che non scriverò, un luogo che non comprendo ma che mi contiene.  Ogni cosa ha un inizio e una fine : la vita, il giorno, la notte, l’amore, il rancore e potrei continuare all’infinito.

Però  una cosa ho imparato, fondamentale: abbiamo tutti un’enorme opportunità. Dobbiamo imparare a gestire il frattempo dell’inizio e  della fine  delle cose, della vita. Chi gestisce il frattempo  secondo me è padrone del  proprio futuro. Chi è padrone non del tempo che trascorre inesorabile, ma del frattempo decide la trama del romanzo della sua vita , delle sue situazioni…

L’inizio dei romanzi è delicato, un momento intimo e talmente esatto che non lascia scampo. Come il primo sguardo che rivolgi a uno sconosciuto. Come un alfabeto segreto che garantisce comunicazione indisturbata. L’inizio dei romanzi esige esclusività. Per questo, adesso, che ho iniziato a scrivere qualcosa a cui tengo molto, ho deciso di dirmelo. Di urlarmelo. Ho scelto questa storia invece di tante altre, e vado così nel frattempo esco  fuori nel mondo, dove non ci sono più tutte le idee (e le persone, e i personaggi, e i temi) che ho in testa. Ce n’è una soltanto. Quella di cui mi prendo cura.

E non sarò certo io a dire cosa penso della fine delle storie. Non mi va, non mi interessa, non è quello il punto focale dei rapporti tra le persone, della vita di ognuno di noi. Certo, c’è la fine (o l’ assenza) a dare ad un rapporto la tonalità definitiva, quella che lo ripone nello scrigno intimo dei rapporti di una vita.

Adesso, però, e non so perché, ho scoperto una spasmodica passione per il frattempo. E credo dipenda da una riflessione di fondo, già fatta altrove e lasciata fermentare nel cervello, nel cuore, o dove diavolo vanno a finire le idee che non trovano pace finché non le scandagli con ogni angolo di te.

La riflessione è semplice. La fine è qualcosa che ci riguarda meno. Spesso succede, spesso la subiamo, arriva senza avvisare, e interrompe, recide, elimina. La fine delle cose non lascia appelli, non è nella sua natura. La fine è fine perché finisce. Altrimenti è pausa, distacco temporaneo, ridefinizione.

L’inizio no. L’inizio non ha questa imminenza. Viene spesso confuso con il principio di qualcosa. E invece non si limita a essere la prima serie di momenti in cui qualcosa accade – il primo sguardo, le prime parole, la prima carezza, il primo sorriso. L’inizio è qualcosa che non c’era. E assume una forma che non avevamo mai conosciuto prima. L’inizio di qualcosa non è uno (magari!), ce ne sono miliardi, tutti diversi, ognuno con una velocità propria, ognuno con quel sapore che è solo suo, ognuno con la dolcezza, l’asprezza, il brivido, la paura che stia accadendo davvero. Si tratta di un processo lento, che accade sotto la pelle, dove sentiamo tutto e governiamo poco.

Sarebbe bello capirlo prima. Questo pensavo. Sarebbe bello intercettare le cose prima che capitino davvero. Intuire quello che nel frattempo di un inizio e di una fine per dar loro la forma a cui sappiamo volere bene. Dare agli inizi l’aspetto psichico e emotivo che ci sta a cuore. Sarebbe davvero la chiave per dare dignità e valore alle cose, ai rapporti. Indirizzarli. Dare loro un nome prima che si battezzino da sé.

Bello, bellissimo. Pensateci. Cogliere in tempo la sensazione che qualcuno si sta avvicinando, come quel sentore di freddo sulla pelle un attimo prima che piova. Avere la cognizione di tutto, la consapevolezza che ogni carezza, ogni sillaba, ogni silenzio, ogni bugia, sono strade. Eventualità che cambiano le mete.

Bello. Forse poco naturale. Forse poco spontaneo. Ma non mi riferisco all’estremo calcolo, alla mancanza di imprevisto, al controllo di tutto ciò che è o potrebbe essere. Sai che palle. Mi riferisco solo alla possibilità, poco umana, di percepire che stiamo esistendo in maniera nuova, del tutto affrancata da quel che confondevamo con la vita. Percepire il cambiamento mentre si cambia. Un fiore che si sente già fiore mentre sboccia. Questo vorrebbe dire cogliere le potenzialità reali di qualcosa prima che si manifestino. E porle come obiettivo.

E poi il frattempo  ha questa cosa, meravigliosa, che l’inizio e la fine si sognano. Non inizia da solo. Ha bisogno di qualcuno che lo faccia finire con te.

L’inizio  puoi deciderlo tu, da solo, seduto a un tavolo da sparecchiare,  con la gioia che non ricordi più cos’è. Lo decidi, e diventa rimbalzo per raggiungere una fine si ma…nel frattempo, quante cose accadono, quanti sentimenti si mescolano e fanno la differenza.La fine non la decidi tu. Devi capirla, devi curarla. Devi sentirla. Devi accettarla, soprattutto….ma intanto nel frattempo quanta è bella la vita!!!

Buona vita

Daniela Bonati

 

UNA BELLA STORIA

14732179_623732691162975_8642894158193300761_nUn giorno, ero un ragazzino delle superiori, vidi un ragazzo della mia classe che stava tornando a casa da scuola. Il suo nome era Kyle e sembrava stesse portando tutti i suoi libri.

Dissi tra me e me: “perché mai uno dovrebbe portarsi a casa tutti i libri di venerdì? Deve essere un ragazzo strano”.

Io avevo il mio week end pianificato (feste e una partita di football con i miei amici), così ho scrollato le spalle e mi sono incamminato.

Mentre stavo camminando vidi un gruppo di ragazzini che correvano incontro a Kyle.

Gli corsero addosso facendo cadere tutti i suoi libri e lo spinsero facendolo cadere nel fango.

I suoi occhiali volarono via, e li vidi cadere nell’erba un paio di metri più in là.

Lui guardò in su e vidi una terribile tristezza nei suoi occhi. Mi rapì il cuore!

Così mi incamminai verso di lui mentre lui stava cercando i suoi occhiali e vidi una lacrima nei suoi occhi, raccolsi gli occhiali e glieli diedi dicendogli: “Quei ragazzi sono proprio dei selvaggi, dovrebbero imparare a vivere.” Kyle mi guardò e disse: “Grazie!”

C’era un grosso sorriso sul suo viso, era uno di quei sorrisi che mostrano vera gratitudine.

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Lo aiutai a raccogliere i libri e gli chiesi dove viveva.

Scoprii che viveva vicino a me così gli chiesi come mai non lo avessi mai visto prima, lui mi spiegò che prima andava in una scuola privata.

Prima di allora non sarei mai andato in giro con un ragazzo che frequentava le scuole private.

Parlammo per tutta la strada e io lo aiutai a portare alcuni libri.

Mi sembrò un ragazzo molto carino ed educato così gli chiesi se gli andava di giocare a football con i miei amici e lui disse di si.

Stemmo in giro tutto il week end e più lo conoscevo più Kyle mi piaceva così come piaceva ai miei amici.

Arrivò il lunedì mattina ed ecco Kyle con tutta la pila dei libri ancora.

Lo fermai e gli dissi: “Ragazzo finirà che ti costruirai dei muscoli incredibili con questa pila di libri ogni giorno!” Egli rise e mi passo la metà dei libri.

Nei successivi quattro anni io e Kyle diventammo amici per la pelle.

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Una volta adolescenti cominciammo a pensare al college, Kyle decise per Georgetown e io per Duke.Sapevo che saremmo sempre stati amici e che la distanza non sarebbe stata un problema per noi. Kyle sarebbe diventato un dottore mentre io mi sarei occupato di scuole di football. Kyle era il primo della nostra classe e io l’ho sempre preso in giro per essere un secchione.Kyle doveva preparare un discorso per il diploma. Io fui molto felice di non essere al suo posto sul podio a parlare. Giorno dei diplomi, vidi Kyle, aveva un ottimo aspetto.Lui era uno di quei ragazzi che aveva veramente trovato se stesso durante le scuole superiori. Si era un pò riempito nell’aspetto e stava molto bene con gli occhiali.Aveva qualcosa in più e tutte le ragazze lo amavano. Ragazzi qualche volta ero un pò geloso! Oggi era uno di quei giorni, potevo vedere che era un pò nervoso per il discorso che doveva fare, così gli diedi una pacca sulla spalla e gli dissi: “Hei, ragazzo te la caverai alla grande!”

Mi guardò con uno di quegli sguardi (quelli pieni di gratitudine) e sorrise mentre mi disse: “Grazie”.Iniziò il suo discorso schiarendosi la voce: “Nel giorno del diploma si usa ringraziare coloro che ci hanno aiutato a farcela in questi anni duri. I genitori, gli insegnanti, gli allenatori ma più di tutti i tuoi amici.

Sono qui per dire a tutti voi che essere amico di qualcuno è il più bel regalo che voi potete fare.

“Voglio raccontarvi una storia…” Guardai il mio amico Kyle incredulo non appena cominciò a raccontare il giorno del nostro incontro.

Lui aveva pianificato di suicidarsi durante il week end.

Egli raccontò di come aveva pulito il suo armadietto a scuola, così che la madre non avesse dovuto farlo dopo, e di come si stava portando a casa tutte le sue cose. Kyle mi guardò intensamente e fece un piccolo sorriso.

“Ringraziando il cielo fui salvato, il mio amico mi salvò dal fare quel terribile gesto”.

Udii un brusio tra la gente a queste rivelazioni.

Il ragazzo più popolare ci aveva appena raccontato il suo momento più debole.

Vidi sua madre e suo padre che mi guardavano e mi sorridevano, lo stesso sorriso pieno di gratitudine.

Non avevo mai realizzato la profondità di quel sorriso fino a quel momento.

Ho voluto raccontarvi questa storia per dirvi di non sottovalutare  mai il potere delle vostre azioni. Con un piccolo gesto potete cambiare la vita di una persona, in meglio o in peggio. L’Universo fa incrociare le nostre vite perché ne possiamo beneficiare in qualche modo.Cercate il buono negli altri.

“Gli amici sono angeli che ci sollevano i piedi quando le nostre ali hanno problemi nel ricordare come si vola.”…ricordatelo non solo nei social….

Non c’è né inizio né fine. Ieri è storia. Domani è mistero.

BUONA VITA!

DANIELA BONATI

L’AMICIZIA     

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Molte persone entrano ed escono dalla nostra vita.Ma solo gli amici lasciano un’impronta nel tuo cuore.

Per gestirti usa la testa, per gestire gli altri usa il cuore.

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Rabbia (in inglese Anger) dista solo una lettera da pericolo (Danger).

Se qualcuno ti tradisce una volta, è colpa sua, se ti tradisce ancora, è colpa tua.

Le grandi menti discutono delle idee; le persone medie discutono dei fatti; le piccole menti (s)parlano delle persone.

Chi ha perso soldi, ha perso molto; chi ha perso un amico, ha perso di più; chi ha perso la fede, ha perso tutto.

Impara dagli errori degli altri. Non puoi vivere abbastanza a lungo da farli tutti tu.

Amici, tu che leggi ed io. Ho acquisito un altro amico si comincia sempre cosi….. Non c’è inizio e non c’è fine.

Ieri è storia. Domani è mistero. Oggi è un dono.

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BUONA VITA

DANIELA

IL MIO BAMBINO E’ UN SOGNO  

10500431_10204036814311085_8877222190001269033_nTrovo incredibile, al limite dello straordinario, che mi sia capitato più di una volta che i bambini che incontro ( magari mentre si sta parlando di tutt’altro) o mentre si sta giocando mi inchiodino con questa domanda:”Dov’è il tuo bambino?” o con la variante di “ Com’è il tuo bambino?”. Anche qualche ora fa, in un  bar, mi si è avvicinata una buffa piccolina attratta dai miei bracciali e anelli tutti brilli. Mentre rispondevo alle sue mille curiosità, di punto in bianco mi ha guardata e mi ha domandato:” Ma dove hai lasciato il tuo bambino?”. Che dire? Possibile che anche lei come gli altri abbia sentito la sua presenza cosi forte?

Forse è vero che l’amore è magia e traspare anche quando non vorresti. O forse davvero i bambini hanno antenne emotive pure, ancora in grado di captare la minima vibrazione dell’anima.

Fatto sta che anche lei sembrava curiosa di conoscerti. Cosi improvvisamente ti ho avuto davanti agli occhi: con lo sguardo un pò ombroso di tuo padre, troppo magro e troppo lungo come me, misterioso e affascinante di tuo, non so perché fin da piccola ti ho sempre voluto chiamare Marco. E’ vero che mi piacciono i nomi antichi e italiani, impossibili da storpiare in nomignoli, ma questo l’ho capito più tardi. Vedi? Parliamo sempre di tante cose io e te eppure non ti ho nemmeno mai detto che amo il tuo nome da sempre. E adesso che ci penso, non ti ho nemmeno mai detto quante volte ti ho sognato: mentre nascevi, appena nato stretto contro di me, a piedi con la tua manina dentro la mia, mentre strizzavi l’occhio dietro la porta. E tu sei proprio così come ti ho sognato. Ogni volta che ti vedo ti riconosco: sei il bambino che ho sempre sognato.

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Sorpresa del mio improvviso silenzio, in quel bar, evidentemente la piccola non era assolutamente disposta a rinunciare a una risposta da parte mia e implacabile, mi ha ripetuto la domanda: “ Dove hai lasciato il tuo bambino?”. Vi confesso che non ho avuto il cuore di darle una delusione con la solita frase ”Io non ho bambini.…” Non avevo proprio voglia di spegnere una volta di più quella strana, curiosa, tenera, aspettativa.

Allora le ho detto:” Il mio bambino si chiama Marco. E’ piccolo piccolo e sta chiuso nel mio cuore. Il mio bambino è un sogno!”

Non ci crederete: non solo mi è sembrato che per lei avessi descritto una cosa del tutto normale, insomma che avesse capito, ma aveva un’aria molto soddisfatta. “ Bhè allora ciao!”, ha detto andandosene con un gran sorriso.

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BUONA VITA PICCOLA!!!

DANIELA BONATI 

 

 

 

HAI UN CORPO PER GUARIRTI

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Il nostro corpo somatizza nella sua materia quello che lo spirito subisce in tutta la nostra anima, quello che il nostro inconscio tace, lo urlano le nostre malattie dolori e malesseri. La malattia è un conflitto tra la personalità e l’anima.

Quando ti manca calore affettivo, basta una minima frescata di vento freddo e subito prendi un raffreddore.

 Il raffreddore “cola” quando il corpo non piange.

Forti mali di schiena (ovvio non causati da un peso caricato male) ti dicono che stai subendo un dolore, porti con te un peso un trauma una tristezza immensa; il mal di gola “tampona” ti assale sicuramente quando hai tanti dolori da sfogare ed afflizioni da dire e non hai con chi confidarti. Quando una persona non la sopporti, non la digerisci e la devi sopportare ti viene acidità allo stomaco.

Le coliche spesso sono rabbie accumulate che non riesci a sfogare.

Il diabete “invade” quando la solitudine ti attanaglia. Il cancro ti divora come l’odio che corrode l’amore mancato. Il corpo ingrassa quando sei insoddisfatto o dimagrisci quando ti senti logorato. Dubbi preoccupazioni ansietà ti portano via il sonno e soffri di insonnia. Se non trovi un senso alla tua vita la pressione del cuore rallenta o accelera quindi ipotensioni e pressioni alte al cuore sono sbalzi che ti condizionano l’umore e le forze.

Il nervosismo aumenta i respiri, come se ti mancasse l’aria, donde dolori al petto ed emicranie (molti fumatori prendono aria extra dal fumo fatidico ed effimero che li rilassa in maniera compensatoria ma illusoria) .

La pressione “sale” quando la paura imprigiona. Quando ti senti sopraffatto di un problema che sei ai limiti, allora la febbre ti assale, le frontiere dell’immunità sono all’erta. Le ginocchia “dolgono” quando il tuo orgoglio non si piega. Le artrosi vengono quando la tua mente non si apre, sei troppo rigido e i muscoli ti si contraggono. I crampi indicano che stai subendo una situazione ai limiti della sopportazione. La stitichezza ti indica che hai residui nel tuo inconscio, hai segreti che ti otturano (quanta merda ci teniamo dentro che non è utile) e non trovi chi ti comprenda senza giudicarti. La diarrea è un atto di difesa dell’organismo che vuole eliminare ciò che percepisce come dannoso ,come il vomito, vale per i virus ma anche per le situazioni, i sentimenti… forse chi ha diarrea non riesce a trattenere o assimilare.

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La malattia non è cattiva, ti avvisa che stai sbagliando cammino. Ascolta il tuo corpo ed impara a guarire con il tuo spirito, non c’è altra medicina che la tua stessa natura non possa darti. E’ ovvio che non generalizziamo, non è un catalogo farmacologico ma una linea guida… chi una preoccupazione la somatizza nella testa (emicrania) chi nello stomaco (indigestione).

BUONA VITA

DANIELA BONATI